ANNO 15 n° 177
OraSì che facciamo sul serio: il “plant-based all’italiana” è una hit sulle nostre tavole
Rubrica 'Pubblicittà' a cura di Elsa Berardi
Elsa
26/06/2025 - 11:56
di Elsa Berardi

VITERBO - Inno alla Gioia come colonna sonora, famiglie felici a colazione con singoli membri che non sono monadi, tazze colme di bevande vegetali e ancora più sorridenti dei loro consumatori: questo è lo scorcio creativo su una buona tavola contemporanea secondo OraSì, azienda produttrice di goloso “latte” plant-based, apprezzato anche dai neofiti del campo.

Non importa se si ha bisogno di rimodulare i propri pasti o di sintonizzarsi su una frequenza innovativa del gusto, a cui il claim affibbia l’epiteto di “inaspettato”. Tanto, ci si ritrova sempre insieme a sperimentare alternative e condividere momenti speciali, in un placement azzeccato, piacevole e così elegante da non orientare la reclame.

Prima, una ragazza vestita di rosa, come la forma che riproduce la macchia di latte sul packaging del prodotto, si piazza a tavola con una rondata modello farfalla e si gode la bevanda all’avena: positiva, ottimista e con il piede giusto, rende delizioso ed esplorabile anche un sapore sconosciuto a molti palati. Nella seconda scena, il blu della formina “Riso” la fa da protagonista, e si viene a conoscere la categoria-famiglia: tre persone, tra cui una bambina stupenda, sottolineano che OraSì è anche a portata di famiglia, se si condividono esigenze alimentari simili.

La soia, identity verde e piglio smart, è servita sul vassoio delle novità da uno sportivo che si prepara il frullato: spiccano un kiwi e il suo sorriso soddisfatto, quasi a ricordarci che la quotidiana attività fisica non dev’essere un impegno, ma un appuntamento con la crescita di risorse ed energie personali. Il tutto condito da quel mixer meno asettico di quanti ne vediamo in giro, forse una bandiera della nostra epoca sempre ai fornelli, ma anche una garanzia di unicità e fantasia.

Una ragazza con dei bellissimi ricci naturali “osa” un caffè al latte di mandorle, una ricetta leccese senza la sua identità regionale: non vi sono rimandi alla fantastica città della Puglia nella stanza in cui la giovane consuma la sua coccola, anzi, è forse la scena meno socialmente promettente, essendo lei sola e appoggiata sul divano. La sua postura, che la vede seduta sul tappeto, rimanda a una cromia di concept meno accesa. A dispetto del look arancione sfoggiato, riprodotto ed esaltato da molte caratteristiche dell’ambiente interno, la nostra protagonista non pare brillare per buonumore.

Forse è un tipo solitario, forse la ragazza è esausta dopo studio o lavoro, forse non ama particolarmente i contesti ben popolati, forse aveva bisogno di un conforto diverso, ma la proposta di questa peculiare scena disegna una simbiosi con il prodotto accentuata, un po’ dissonante rispetto agli altri contesti: ogni nucleo, individuale o famigliare, assaporava OraSì con gioia, mentre questa tipologia di consumatore è quasi specchio di un modello passato di spot (sicuramente non condizionato dal pantano relazionale creato dal lockdown da Covid-19).

Insomma, ce n’è per tutti, per i più e meno socievoli, per i più e meno avvezzi alle novità, per gli sportivi e le intraprendenti, per i bimbi e i loro genitori: una prospettiva positiva in cui il “delattosato” non assume una caratura di privilegio o di non richiesta attenzione al cibo, ma quella di una gamma di alternative possibili che, oltre a far bene, soddisfano e diventano pretesto per fare rete.

In fondo siamo figli del gruppo, con e senza esigenze particolari. Che questo spot sia di buon auspicio, aggiungiamo, per la costruzione di una visione sana della diversità, cosicché ogni necessità non sia derisa dal branco e ogni curiosità diventi leva per un’aggregazione spontanea.






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